sabato 2 dicembre 2017

Napoli- Juventus: vince il pragmatismo di Allegri in una serie A che di meglio oggi non riesce a produrre.

Higuain riesce a ottenere la sua vendetta con il goal decisivo, anche se l'atteggiamento di polemica è ormai diventato stucchevole. Nello scontro Sarri - Allegri il secondo vince perché riesce meglio ad adattarsi alle diverse situazioni. Nulla è però deciso.


Momento di stanca degli azzurri?

Napoli Juventus ha dimostrato i pregi e i limiti di entrambe le squadre. La più bella squadra d'Italia e tra le prime tre d'Europa, per gioco, sta passando un periodo difficile in termini di spettacolo, perché già nelle settimane precedenti, gli azzurri avevano dimostrato di avere uno stato di forma non eccelso e di non riuscire più a essere dinamici e mobili come prima, caratteristica che rende il calcio sarriano bello e imprevedibile. Il Napoli se non è al massimo della forma diventa meno pericoloso, perché per giocare quel calcio bello e intenso che vuole Sarri devi stare bene fisicamente. Contro la Juventus gli azzurri sono stati più lenti, sia nei passaggi che nei movimenti, grazie anche alla tattica attendista di Allegri, che è riuscito a imbrigliarne il gioco, e per una certa stanchezza da parte dei maggiori esponenti di spicco della squadra partenopea. Nella settimane scorse, quando si chiedeva conto a Sarri di questo calo di forma, il mister controbatteva che i dati della corsa dimostravano che lo stato fisicodei giocatori non era così male, in realtà è evidente come il Napoli corra peggio rispetto a prima, e il possesso palla sia meno dinamico e pericoloso.  I limiti bisogna forse ricercarli in una preparazione iniziata troppo presto per il preliminare, in una rosa corta che limita le alternative in ruoli cardine per la squadra come le ali di attacco e di difesa e una certa chiusura tattica da parte di Sarri che non vede altro modo di giocare al di fuori del suo, indipendentemente dalla forma e dai giocatori a disposizione. 


La determinazione bianconera

Di contro la Juventus ha giocato la partia che voleva, di determinazione, cattiveria e mentalità. I risultati non proprio eccelsi delle settimane precedenti hanno ricompattato il gruppo e confermato che, a fare la differenza con gli altri, tra i bianconeri, è la fame continua di risultati e la compattezza del gruppo intorno alla dorsale storica della squadra. La mentalità dei vincenti si vede anche nella dimostrazione di umiltà che mette in gioco tutto. Disponibilità a soffrire, a riconoscere i propri limiti e a sfruttare la propria forza per cercare di battere gli avversari.


La vittoria di Allegri

Allegri ha dimostrato di essere un grande tattico e di studiare bene gli avversari, perché la vittori a a Napoli è merito delle sue capacità. Che sia l'allenatore ideale per la nazionale ieri sera l'ha dimostrato. Allegri riesce ad adattarsi ai suoi giocatori, al modulo e agli avversari. Molti criticano l'atteggiamento della Juventus, ironizzando sul classico autobus davanti alla porta. In realtà quella della Juventus è stata una grande partia di intensità e determinazione difensiva, di chi riconosce i punti di forza degli avversari ed è capace di sfruttare i punti deboli. La compattezza di tutta la squadra, la chiusura di ogni linea di passaggio e la strabordanza fisica di uomini come Matuidi, Douglas Costa, Benatia e Higuain ha fatto la differenza. Perché la Juventus ha sì dato inevitabilmente il possesso palla al Napoli (nessuno in Italia e quasi nessuno in Europa è capace di prevalere in quel fondamentale contro gli azzurri) ma è stata capace di essere più pericolosa, grazie a una velocità maggiore e una determinazione tale da non soccombere. La rosa poi è straordinaria, perché se per un infortunio si fa male Khedira entra Marchisio e i bianconeri sono capaci di sostenere lo scontro contro la prima in classifica tenendo fuori Alex Sandro, Mandzukic, Cuadrado, Bernardeschi e una lista infinita di grandi nomi.

La rosa fa la differenza

Una delle differenze tra le due squadre è proprio questa, e forse a lungo andare gli azzurri potranno pagarla. Perché la rosa è corta e non bilanciata in tutte le posizioni e in tutti i ruoli. Proprio per questo il lavoro di Sarri è da elogiare, per i giocatori che ha in campo. Alcuni di questi non sono all'altezza o in condizioni di poter rappresentare una valida risorsa. L'assenza di Ghoulam è inevitabile si faccia sentire, visto che l'algerino era ormai diventato un fattore capace di risolvere le partite. Mentre, se consideriamo la partita contro la Juve è innegabile che le due fasce Mario Rui e Hisaj non siano al meglio o forse abbiano troppi limiti per giocare a questo livello. Riguardatevi il goal della Juventus e vedrete come Mario Rui passeggi in campo e quasi non tenta nemmeno di recuperare su Higuain (eccetto alla fine) che lo brucia nel lungo.

Ortodossia Sarriana

Sarò blasfemo però credo che giocare tutte le partite con lo stesso modulo, a lungo andare renda prevedibili visto che la forma fisica non può essere sempre eccelsa. Se non tutti lì davanti sono in forma, non è detto che si debba giocare obbligatoriamente a tre. Sarri è un'integralista sacchiano con il modulo e il gioco, il problema è che non ha a disposizione la ricchezza della rosa del Milan di Sacchi per poterlo fare. Quando il Napoli riesce a giocare come vuole il proprio allenatore allore non ce n'è per nessuno, ma quando non riesce, si tramuta in un possesso palla steriel che non è mai pericoloso.  Il problema è che se non hai alternative valide ai tre, un altro allenatore avrebbe cambiato modulo o disposizione. Sarri non lo concepisce perché non vuole rompere un meccanismo perfetto. Alcuni limiti si sono mostrati anche a centrocampo. Non ho capito il perché lasciare in campo fino alla fine Hamsik, un giocatore che ormai non ha più i 90 minuti nelle gambe e che anche questa volta, negli ultimi quindici minuti ha passeggiato in campo. Perché non sfruttare meglio Zielinski al suo posto, in modo da renderlo più pericooso, invece di togliere un uomo utile come Allan, obbligandolo a fare un doppio lavoro che gli riduce la pericolosità?

Sfida ancora aperta

Il Napoli ha perso una partita ma resta la squadra più bella da vedere. Quest'anno l'andamento è diverso rispetto agli anni scorsi, perché partite giocate gli azzurri sono riusciti comunque a vincerle grazie alla determinazione e la mentalità. Quella mentalità che la squadra di Sarri non deve perdere. Questa resta solo un'occasione sprecata, perché nulla è perduto. La Juventus ha dimostrato di non essere stanca di vincere, anche quest'anno non lascerà nulla al caso in pieno stile "Vincere è l'unica cosa che conta". Le altre concorrenti sono più agguerrite che mai. La Roma ha trovato nella formula Di Francesco una grande soluzione capace di sopperire a sofferenze e mancanze. Il ritorno di Schick è importantissimo per guadagnare imprevedibilità L'Inter di Spalletti ha tanta fame e zero coppe, oltre a incredibile determinazione, se mantiene questi equilibri la squadra nerazzurra combatterà fino alla fine. Perché è prorpio arrivare bene alla fine che conta di più. I campionati non si vincono e non si perdono a dicembre, conta solo il modo in cui si arriva a marzo/aprile. Tempo per rubare punti alle avversarie c'è in abbondanza, per tutti e per gli azzurri in primis. Il Napoli ora deve soltanto mantenere quel necessario equilibrio fondamentale per il gioco di Sarri e per reggere la pressione in una piazza passionale come quella di Napoli. Mancanza di equilibrio che è allo stesso tempo punto di forza e debolezza di una città come Napoli bella e dannata dalla passione dionisiaca per i colori azzurri.

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