sabato 18 aprile 2015

#LaDedicaDellaSettimana n.2 al lavoro e ai diritti che valgono sempre meno

Siamo tutti oggetto di manipolazione e disinformazione organizzata. Le notizie sono semplici fatti, sta a chi informa diffonderle e manipolarle. La narcolessia mediatica è proprio quella che ci propinano quelli che oscurano e manipolano il mondo dell'informazione. Cercare di uscire da questo sistema perverso è dovere di qualsiasi essere pensante.
La dedica della settimana 

La dedica è per i lavoratori che tremano nel pericolo di perdere il proprio lavoro.
Lo so, in questo periodo, lavoro e lavoratori sono parole considerate fuori moda e non passano giorni senza notizie di agitazioni e di minacce di esuberi.
In questo blog, ho già scritto della situazione di un'azienda come Almaviva e del trattamento poco gentile che i lavoratori hanno ricevuto durante la trasmissione Ballarò, quando cercavano di attirare l'attenzione sul problema degli esuberi minacciati dall'azienda per il pericolo della perdita della commessa Wind.
La situazione critica sembra rientrata solo temporaneamente almeno grazie all'aggiudicazione dell'appalto da parte di Almaviva. I costi dell'operazione si annunciano molto alti per i lavoratori che in un modo o nell'altro sopporteranno lo sforzo imprenditoriale fatto dall'azienda con rinunce a diritti e peggioramento delle condizioni lavorative già annunciate da accordi sindacali.

La solita solfa italiana insomma, dove, con alcune eccezioni, le grandi fabbriche tendono a sfruttare il territorio in cui si instaurano restandone  un corpo estraneo. Sfruttano fino all'ultima goccia delle risorse economiche sociali, poi, alla fine del processo lo abbandonano quando non è più utile ai fini economici e produttivi aziendali o non più sostenibile per la miopia degli imprenditori.​




Precari a tempo indeterminato

L'importante è che il lavoratore mandi a memoria un avviso.

La situazione è precaria, sempre.

Ungaretti scriveva, "si sta come d'autunno sugli alberi, le foglie" in riferimento alla caducità della vita dei soldati in guerra.

Questi brevi versi, tanto significativi, possono essere parafrasati anche al lavoro e alla situazione dei lavoratori.

Nessuno è al sicuro.
La crisi è alle porte e la situazione diventa sempre peggiore.

La procedura è ciclica, per evitare a tutti i costi gli esuberi, si ritrattano diritti e si annunciano svendite di conquiste trentennali come vittorie che salvaguardano il lavoro.

Così succede in Almaviva per fare in modo che la commessa Wind non vada da altre parti e così succede in Fiat (o FcaElettroluxMeridiana e tante altre.

La situazione di Whirlpool è l'ennesimo manifesto paradossale.


Operazione fantastica

Ho parlato direttamente con gli americani ed è un'operazione fantastica. Noi, se ci riusciamo, vogliamo portare aziende da tutto il mondo a Taranto, a Termini Imerese, nel Sulcis, come nel Veneto. Il punto non è il passaporto, ma il piano industriale. Se hanno soldi e idee per creare posti di lavoro, gli imprenditori stranieri in Italia sono i benvenuti.
Matteo Renzi 13/07/2014

Così Renzi definiva l'accordo trovato con gli americani di Whirlpool per il piando industriale di salvataggio della Indesit.
Si scopre ora cosa prevedeva quel piano:

Whirlpool intende concentrare la produzione in tre grandi centri con investimenti di 500 milioni di euro. Il progetto prevede però la dismissione delle fabbriche di Carinaro (Caserta), di Albacina (frazione di Fabriano) e di None (Torino) con 1.350 esuberi, di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri di ricerca su un totale di 5.150 lavoratori.

Ben diverso forse da quello che lo stesso Renzi e il suo Governo si aspettavano.
Sono subito partite le proteste con i picchetti fuori le fabbriche, i blocchi stradali, le assemblee e le solite dichiarazioni belligeranti dei sindacati.

Una situazione che ormai coinvolge contesti diversi che versano in condizioni simili.

L'azienda americana era arrivata come salvatrice della patria ora si difende con i dichiarati investimenti e la costituzione del più grande polo europeo dei prodotti in incasso in Italia.  Dovrà essere nel progetto Whirlpool anche il principale centro di eccellenza della ricerca e sviluppo di Whirlpool.
Tuttoa discapito dell'occupazione delle 1350 persone citate in precedenza.

Pesi diversi

I numeri  nascondono persone e famiglie che, senza tanta retorica, hanno dedicato un'intera vita a quel lavoro e che ora vedono tutto messo a rischio.

Perché è così nell'epoca del Jobs act.
Non si vuole essere disfattisti ed è stupido pensare che l'Italia non abbia bisogno di riforme anche impopolari.
Però è palese lo scollamento profondo che si vive da tra dati, politica e la vita reale che mostra ogni giorno un lato più duro.

A rendere tragicomica la situazione è intervenuto anche il bollettino di Bankitalia sull'occupazione che segnala una stabilizzazione dell'occupazione a gennaio-febbraio e una diversa percezione del Jobs act.
Famiglie e imprese prefigurano per i prossimi mesi un lieve miglioramento delle prospettive occupazionali, a cui potrebbero aver concorso gli sgravi contributivi introdotti in gennaio e la disciplina prevista dal Jobs Act, in vigore da marzo. La fiducia delle imprese italiane continua a mostrare segnali di miglioramento, il ciclo industriale stenta tuttavia a superare la prolungata fase di debolezza.
La bomba lanciata dalla  Whirlpool ha spiazzato sia il Governo che i sindacati e i lavoratori e l'ottimismo rilevato da Bankitalia, perché ormai, si vive aspettando sempre il peggio, si cade in un circolo vizioso da cui non appare esserci via d'uscita.

La dedica della settimana va quindi ai lavoratori Whirlpool di Carinaro, degli altri centri, e a tutti quei lavoratori a rischio che stanno combattendo la propria battaglia.

Si spera di non finire come le foglie di Ungaretti, caduche e calpestate nel sangue dei vinti e finiti derisi nella sconfitta e che a rimetterci non siano ancora una volta i diritti dei lavoratori, in nome di un lavoro che vale sempre meno.





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