mercoledì 31 dicembre 2014

Un 2014 di diritti in meno




L'ultimo giorno dell'anno si chiude con il solito bilancio del 2014 passato e gli inutili propositi del nuovo sperando che qualcosa ci porti oltre la nostra solita incapacità di cambiare la vita.
Ci si scambiano gli auguri, si fa il conto alla rovescia per un inutile cambio di data che poco a che fare con il vero cambiamento.

Personalmente, il 2014 è stato l'anno che mi ha visto avvicinare con decisione alla scrittura. Non solo come diletto personale ma come un ambizione professionale. Ho iniziato a farmi leggere e a scrivere; qualcuno mi ha detto che sono bravo, qualcun altro mi ha detto che sono una pippa, pazienza.
L'importante è fare quello che si sente.
Scrivere fa fluire i miei pensieri, mi rende diverso e orgoglioso di me e quindi mi fa stare bene.
Se devo essere grato al me del 2014 è proprio questo. Aver preso consapevolezza di una passione. Ora non resta che metterla in concreto sviluppo e questo blog sarà solo un piccolo passo.

mercoledì 10 dicembre 2014

Gli Stati Uniti si scoprono torturatori dalla memoria corta.

Gli Usa si sono svegliati dall'incubo.
Un malato che soffre di sdoppiamento della personalità.
È imbarazzante per il premio nobel per la pace a fiducia Obama trovarsi in questa situazione.
Leggere il rapporto del Senato Usa sulle azioni della Cia lascia alquanto impressionati ma non ci sorprende.
Sembra sempre essere davanti a una realtà inquietante solo perché la nostra memoria è troppo debole.
Ovviamente c'è sempre una certa sorpresa.
Non per i racconti sulle torture, macabre abitudini dei signori della guerra di cui avevamo avuto anticipazioni già co nle foto dall'Iraq e dall'Afghanistan e dagli agghiaccianti racconti di Guantanamo.


giovedì 4 dicembre 2014

L'addio alla politica tra astensionismo cosciente, corruzione e MafiaCapitale



Come saprete tutti, quello nel video è Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati, riconosciuto capo di quella che è ormai nota come "Mafia criminale". Una vera e propria mafia che,  tra corruzione e affari loschi, ha tenuto sotto scacco la Capitale.
Si è davanti alla quinta organizzazione criminale, in questo Paese che non riesce a farsi mancare proprio nulla nel limbo tra criminalità e corruzione?
Si scopre con le indagini un vero e proprio impero del crimine che prende spunto e origini dall'estrema destra romana per poi espandersi su tutto il panorama politico, indipendentemente dai colori-

A contare sono solo soldi e potere.

martedì 2 dicembre 2014

Parte la caccia mediatica all'audience sulla morte di Loris

È inevitabile in questi giorni provare sconcerto e tristezza per quanto accaduto al piccolo Loris.
L'atto barbarico che si è scatenato su un piccolo bambino innocente non ammette alcun movente e nessuna assoluzione.


Come è facile aspettarsi, ci saranno tempi lunghi per le indagini. Si parla di poca collaborazione nella città e difficoltà delle indagi.
Ugualmente, sarà facile aspettarsi anche una lunga epopea di indagini televisive sul piccolo Loris.
Come il passato ci insegna, i media e la televisione hanno trovato l'ennesimo obiettivo, l'ennesimo oggetto dei loro servizi e delle interminabili trasmissioni per riempire palinsesti.
Si sta per scatenare la caccia all'odiense, la gara a rubare lacrime indiscrete a parenti e vittime che saranno travolte dall'eccesso mediatico che gli si sta scatenando contro.
Chi l'ha visto, Porta a porta, Barbara d'urso e l'esercito mediatico televisivo hanno invaso Ragusa come era facile aspettarsi.

Ricomincia il bombardamento mediatico 24h/24 sul caso di questo povero bambino ucciso, sulla sua famiglia, sul suo assassino. Si susseguiranno a reti unificate le opinioni degli esperti sul dna, il cacciatore, i testimoni e la città che non parla.
Si rivendica il diritto dei media a indagare su tutto, vita morte e miracoli di chiunque e ci si indignerà quando le persone coinvolte non vorranno partecipare al teatrino.
Mentre ci sarà chi acquisirà visibilità nel circolo.

mercoledì 26 novembre 2014

La MalItalia delle periferie, tra abbandono, razzismo, ignoranza e disinformazione


Ci siamo lasciati con l'indifferenza e la rabbia per la violenza sugli ultimi e ritorno dopo una colpevole e lunga assenza con lo stesso problema.
Questa volta non è indifferenza, ma rabbia.
Rabbia e frustrazione per la propria condizione.
Ci si sente soli e accerchiati nei momenti di crisi. Questi stati d'animo si accendono ancora di più in periferia. Luoghi suburbani dove si sopravvive in ambienti dormitorio, bui e angusti del tutto abbandonati.
In questi contesti degradati e degradanti che umiliano la dignità di chi ci vive, si concetizza la grande contraddizione della moderna metropoli occidentale.
Succede a tutte le latitudini: nelle vere metropoli del mondo occidentale e nello specifico in Europa a Parigi e a Londra e nelle città italiane che di metropoli hanno ben poco come Roma,  Milano, Torino, Napoli e Palermo. In questi contesti è facile esondare oltre il livello del quieto vivere o dormire.
Quartieri ghetto in cui sono compresse tante difficoltà e contraddizioni che prima o poi sono destinate a esplodere.
Nelle crisi e nello sconforto è facile scatenare la più classica delle guerre tra poveri.
In questi casi si cavalca l'onda della protesta contro l'obiettivo più facile da colpire e il più classico: quello degli stranieri.

Il caso di Tor sapienza è solo l'ultimo dei tanti precedenti.

martedì 29 luglio 2014

Indifferenza di serie G


I silenzi possono essere assordanti quando dimostrano indifferenza, ipocrisia e ignavia. Ci sono quelli che non vogliono prendere una posizione perché non si interessano, seguono l'opinione di massa e come sempre si accodano. Ci sono poi gli incapaci a posizionarsi realmente, finti oggettivi che si accavallano nell'avvalorare le loro posizioni con dati, opinioni e fatti per dimostrare quanto realmente vogliano essere equidistanti. Ai due estremi ci sono i tifosi che parlano per slogan e urla, che non ascoltano ma gridano il loro sdegno indipendentemente da cosa realmente succede. 
Indifferenza e ignoranza si mescolano alla finta equidistanza
Intento inutile.
L'equidistanza nella natura umana  non esiste è pura utopia. 
Non lo si può essere sinceramente senza cadere nella contraddizione. 
Il mondo cambia a seconda di come ti viene presentato. Ho sempre abbracciato il pensiero relativista secondo cui un'unica verità non può esistere ma soltanto molteplici rappresentazioni. 
Ci sono dei fatti e delle conseguenze e solo il punto di vista da cui osserviamo la cosa può farci intendere il senso di cosa vediamo o viviamo.

domenica 13 luglio 2014

Senza quarto potere


Cosa raccontano i giornali italiani in questo periodo? Se fate un breve riepilogo di ciò che è presente sui media nazionali vedrete che le notizie che si rincorrono sono sempre le stesse. Quanto vale ancora il giornalismo italiano? Quanto coraggio c'è di osare e andare oltre quella che è la semplice apparenza dei fatti. Oltre il semplice slogan o il partito preso?
La stampa nazionale si comporta ormai più come un ufficio stampa che un esponente del quarto potere. Sarà banale dirlo ma in realtà non lo è perché sta diventando un metodo di agire universale.
Si vede tutti i giorni,  in tv, sulla vecchia carta stampata e in rete.
A fare notizia non sono più le notizie ma sono gli ascolti, sono i clic, i mi piace, i retweet, le condivisioni. Bisogna essere presenti, in ogni luogo, sempre e comunque. Indipendentemente da quello che si dice.
"È incredibile quello che sta succedendo clicca qui!" "Non ci si crede l'ha fatto davvero! Ecco cosa..."  È la pubblicità a farla da padrona e nessun giornale può farne a meno. La pubblicità si acquista solo con le visioni, i commenti le condivisioni, le interazioni e i clic. Internet e  i social network sono in teoria uno splendido strumento di informazione e condivisione ma nella pratica sono un enorme indotto pubblicitario dai costi ridotti e dalla diffusione capillare.

sabato 5 luglio 2014

Un Paese di pochi fatti e tante pugnette


Nel nostro Paese si parla di tante cose, forse troppe; non è mai mancata l'arte della parola a noi italiani.
Soprattutto quando a utilizzarla con tanta arte sono i politici che basano la maggior parte della loro carriera sull'utilizzo dell'abile dialettica per sviare alle domande e ai fatti.
Se in proporzione, nel nostro paese si giudicassero le persone per quello che fanno e non soprattutto per quello che dicono, avremmo sicuramente un'improvvisa penuria di commentatori. Perché di fatti, realmente ce ne sono pochi.
Si commentano gli slogan, le dichiarazioni d'intenti, le linee guida ma dietro questo grande blaterare non c'è nulla. Solo tanto vuoto.
Si spera sempre che il tempo cancelli la memoria e che operi come il grande fratello nel mondo del 1984 di Orwell e che cancelli tutto.

L'abilità di riciclare posizioni vecchie, cambiandole all'occasione è stata sempre un'abilità tutta italiana e ancora oggi funziona.
Non riusciamo ad assicurare un futuro a noi stessi figuriamoci se possiamo assicurarlo a un intero Paese circondati da chiacchiere vuote e sterili e incapaci di fare cose concrete.

Continuano a bombardarci con messaggi e slogan.
C'è bisogno di riforme; bisogna cambiare l'Italia; voltare pagina è obbligatorio. 
Addirittura Barroso indicava la necessità di un'Italia forte necessaria per l'Europa.
Vien da dire #StaiSerenaEuropa siamo forti; tranquilla, ci pensiamo noi!

(Occhiolino, pausa scenica, silenzio in sala, occhi sbarrati e risata da fuori onda).

giovedì 3 luglio 2014

La ricerca del tempo perduto



I pensieri scappano e la mente resta contorta in spazi di vuoto incomprensibili.
Non riesci a capire ciò che ti sta intorno, intanto digiti, digiti e ancora con le dita furiosamente su questi tasti. Avresti voglia di scrivere di getto tutta la notte, sì l'hai sempre fatto; caffè e tastiera.
Notti insonni al caldo afoso. Senza un fine e senza una meta. Di cosa poi non si sa. Solo così riesci a riflettere. Tu più contorto della realtà che ti circonda, sempre a mille velocità e senza alcun rispetto per chi non riesce a stare al passo.
È forse questo il torto più grande della società moderna, l'illusione che vivere sia rincorrere la velocità a qualsiasi costo, infischiandosene del ritmo naturale della vita.
L'importante è fare, agire, muoversi, reinventarsi in continuazione per non restare fermi al passato. Quel passato che si dimentica sempre tanto in fretta e alla fine, stremato dopo tanto correre, resti fermo completamente esausto e crolli senza più energie.
Ti lasci andare a colpi d'inedia che lenta ma inesorabile ti uccide. Resti lì, privo di qualsiasi idea.
Fermo, osservi il mondo correre a tripla velocità. Non ne fai più parte. Pronto per la fine, cerchi una soluzione che possa raddrizzare la tua realtà ormai offuscata e pensi. 
Sempre fermo. Così mentre ti fai scappare via tutto, bloccato da quella tua assurda inettitudine, scrivi. Di notte.    
          Perché sai che solo quando è scuro riacciuffi un po' della tua essenza, quella a mille colori. 
Quei colori che, come il libro che hai davanti, sono sbiaditi. Solo al buio nei momenti più impensabili riesci a far uscire.
Di giorno invece, alla luce del sole, il grigio offusca tutto sotto mille nuvole.
Per questo scrivi, perché ricerchi quei colori perduti.
E ti butti alla loro ricerca.
Per fermare la corsa del tempo che ti travolge verso un grigio inesorabile.
Anarcolessia.


Vista sbiadita da Budapest